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Data: 06/02/2020
Testata Giornalistica: ABRUZZOWEB
    ABRUZZOWEB

Ama: accordo divide lavoratori, «No a minacce di chi per 20 anni ha goduto di salario piu' alto»

 
L'AQUILA - E' polemica tra i dipendenti dell'Ama, la società del comune dell'Aquila che gestisce il trasporto pubblico locale, sull'accordo raggiunto tra azienda e sindacati sulla contrattazione di secondo livello e alla vigilia del referendum sull'intesa, in una nota, i lavoratori assunti prima del 1999 prendono le distanze dagli altri colleghi e spiegano: "Leggere oggi una minaccia di vertenzialità da parte di chi per venti anni ha goduto di un salario più alto per svolgere il nostro stesso lavoro, oltre che inaccettabile e non comprensibile per la collettività, è minaccia ancor più insopportabile perché avulsa dal contesto in cui la nostra vertenza si è materializzata". 

"Noi non ci stiamo - puntualizzano - Non accettiamo di essere dipinti per colpe altrui, come ingrati ed irriconoscenti. Noi non viviamo fuori dal mondo. Noi sappiamo di lavorare in un’azienda che garantisce servizi pubblici, sappiamo che quell’azienda da troppo tempo vive una condizione di difficoltà. Sappiamo anche che in altre situazioni e con altre compagini azionarie, avremmo rischiato molto più che la decurtazione di parte del salario aziendale. Noi abbiamo lottato perché non è giusto far pagare solo a noi lavoratori inefficienze e farlocche gestioni".

"Abbiamo lottato, e ci siamo fatti ascoltare tutti insieme. Da quelle lotte e mobilitazioni sono giunte risposte. Certo non tutte quelle che avremmo desiderato. La Città si è fatto carico di salvare l’azienda, noi abbiamo cercato in questo ultimo mese, attraverso le nostre rappresentanze sindacali, un nuovo accordo aziendale che normasse e regolasse il nostro lavoro. Per ora è un’ipotesi che andrà domani sottoposta al referendum tra di noi. Noi lavoriamo convintamente perché quell’ipotesi divenga il nostro nuovo contratto aziendale".

"Non ci stiamo a lasciare ad alcuni dei nostri colleghi un racconto parziale - continuano - Noi abbiamo bisogno di quell’accordo. Non abbiamo lottato per poi farci ricattare dall’ingordigia di una parte di nostri colleghi, abituati ad una condizione di privilegio difficile da spiegare al di fuori delle mura di Ama SpA".

"Noi, quelli assunti dopo il 1999 - sottolineano -, non ci siamo fatti una contrattazione ad hoc, saremmo stati maggioranza ed in una fase di scarsità di risorse sarebbe stato plausibile far ripartire l’azienda con identità di trattamenti per tutti i dipendenti. Eppure non abbiamo seguito tale strada lineare. Abbiamo tenuto a mente che le condizioni di partenza diverse non potevano in un sol colpo essere azzerate". 

"Questa minaccia pone a rischio la sopravvivenza della stessa azienda e noi tutti, Lavoratrici e Lavoratori Ama dell’Aquila esposti al ridicolo da parte di chiunque, in condizioni analoghe,  si affretterebbe invece ad accettare un accordo che distribuisce salario e diritti", concludono.


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