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Data: 07/01/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO

Altri no al raddoppio ferroviario: «La svolta con un studio tecnico» I comitati restano contrari e sono pronti a presentare l'analisi di un esperto per mostrare le criticità

Di Labio (Comferr): «La progettazione è incompleta, mancano soluzioni per le tratte più complesse»


CHIETI Da Roma tutto tace, ma i comitati contro la ferrovia non restano con le mani in mano. Il Comferr, presieduto dal medico in pensione di Manoppello Antonio Bianchi, ha fatto realizzare uno studio sull'analisi costi-benefici dell'opera che avvalora la tesi di chi pensa che il raddoppio ferroviario per la velocizzazione delle linea Pescara-Roma sia inutile e irrealizzabile. «Passate le feste natalizie», dice l'ex assessore comunale Gianni Di Labio, punto di riferimento teatino del Comferr, «invieremo questo studio alle istituzioni interessate. Per quanto riguarda Chieti, mi meraviglio del fatto che nessuno si sia fatto sentire per visionare i risultati della ricerca scientifica». Lo studio è stato commissionato dal Comferr a Francesco Ramella, docente del corso di laurea Trasporti dell'università di Torino. «Il professore», spiega Di Labio, «ha rivisto l'analisi costi-benefici fatta a livello centrale, sottolineando errori di valutazione commessi. Il punto da cui partire è l'assunto di voler raddoppiare la linea per avere più treni: ma se si guarda la situazione attuale, si vede che il numero di treni è molto più basso di quello che potrebbe essere. Attualmente transitano dai 20 ai 40 treni, ma la linea a binario singolo potrebbe farne passare 80. Il secondo elemento riguarda la valutazione dell'intero progetto che, sottolinea il professore, «mette insieme due parti indipendenti: la Pescara-Scafa e la linea che va verso Roma. Su questo secondo tratto effettivamente il traffico è più importante e, dunque, un potenziamento sarebbe giustificato, dal lato di Pescara invece il transito è molto più debole. Quindi a questo punto i due progetti dovrebbero essere valutati separatamente. È noto inoltre», continua Di Labio, «che la progettazione non sia completa e non ci siano soluzioni progettuali proprio per le tratte più difficili. A questo punto, ci chiediamo, come sia stato possibile fare un'analisi completa costi-benefici. Come si fa a dire, per esempio, che si risparmierebbe tempo per arrivare da Pescara a Roma se non si ha idea di come completare l'intero progetto?».Lo scorso 2 dicembre il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini aveva parlato per la prima volta di "criticità" inerenti la realizzazione del raddoppio ferroviario. Una parola che aveva risollevato gli animi del vasto fronte contro il progetto. «Il ministro non ha specificato se le criticità fossero di tipo economico o progettuali», dice l'avvocato teatino Paola Sablone, presidente del comitato FerroVia Chieti Scalo, «ma noi da mesi andiamo urlando che ci sono criticità progettuali che rendono assolutamente irrealizzabile l'opera. Non per niente, nei riguardi del lotto zero, che interessa i territori di San Giovanni Teatino e di tutta Chieti Scalo, esclusa Brecciarola, sono state presentate ben 91 osservazioni al comitato per la valutazione dell'impatto ambientale». I componenti dei comitati hanno studiato a fondo le carte e hanno visto non solo che il progetto non è completo, ma anche che, a causa di un problema di pendenze, la nuova ferrovia non sarà mai in grado di essere utilizzata per il trasporto delle merci. E questo fa sì che l'opera non potrà mai entrare a far parte del Corridoio transnazionale per il trasporto delle merci come collegamento tra i due mari, il Tirreno e l'Adriatico.

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