ROMA D'improvviso Delta punta i piedi su Alitalia e su quell'impegno ad arrivare al 10% del capitale. Non oltre, evidentemente. A loro volta i sindacati bussano al governo per avere «chiarezza sulle strategie». E il nuovo ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, prova a giocare la carta dell'ottimismo: «L'obiettivo del governo è chiudere in tempi ristretti e con le migliori soluzioni». Sicuro di «lavorare per il rilancio, non per il salvataggio» della compagnia.
In realtà l'uscita di Giovanni Castellucci da Atlantia rischia di rallentare la trattativa tra la stessa holding che fa capo ai Benetton, Fs, il Mef e Delta. Anche se già ieri sono scattati i primi contatti per riprendere in mano un dossier finora gestito in prima persona da Castellucci, visto che dopo la sesta proroga accordata dal governo, fino al 15 ottobre, non sarà facile spuntare nuovi slittamenti. Sul tavolo ci sono i dettagli di un piano industriale sul quale i partner non hanno ancora raggiunto un accordo. E a giudicare dalle dichiarazioni dell'ad di Delta, non è escluso che la compagnia Usa possa approfittare della situazione per prendere ancora tempo e fare un passo indietro sul suo impegno nel capitale, dopo che finora gli altri partner hanno spinto per l'ingresso degli americani con il 15%. «Siamo interessati ad avere il 10% di Alitalia», ha dichiarato il ceo Ed Bastian, parlando a Capitol Intel nel corso di un evento a Washington. Cambierà qualcosa dopo lo scossone in Atlantia? «Aspettiamo di vedere come verrà composto il consorzio», ha risposto Bastian.
I NODI Ma il tempo stringe, secondo il commissario Stefano Paleari a fino agosto c'erano poco meno di 360 milioni (più i depositi) in cassa. M;a fine settembre la situazione secondo altre fonti potrebbe risultare sensibilmente peggiorata. «La cosa urgente è stabilire quanto prima un piano industriale che consenta di dare alla compagnia una continuità di lungo termine. Questa è la cosa più importante», ha detto Paleari che ha partecipato all'incontro di ieri al Mise con i sindacati. «L'operatività continua, i risultati sono buoni e anche i dati delle vendite di agosto sono positivi», ha aggiunto il commissario, ma resta la preoccupazione dei sindacati per gli esuberi.
IL DUMPING SALARIALE Patuanelli, da parte sua, ha assicurato che «farà tutto il possibile per i lavoratori». Ma senza la certezza zero-esuberi garantita dal suo predecessore Luigi Di Maio. La volontà del governo è «accompagnare il rilancio di Alitalia, un simbolo dell'industria italiana come la Ferrari», aveva sottolineato il ministro aprendo il tavolo che ha ospitato i sindacati dopo poco più due mesi e mezzo per capire il futuro della compagnia. L'urgenza del caso è ben chiara a Patuanelli visto che «la proroga è stata concessa soltanto con la consapevolezza che i tempi devono essere ristretti». Ha poi aggiunto: «Accompagneremo l'operazione con norme per il settore contro il dumping salariale».
Anche i sindacati chiedono una stretta sui tempi. Ma hanno anche chiesto al ministro di escludere l'ipotesi di sacrifici per il personale. «Il ministro - ha sottolineato il segretario della Uil Carmelo Barbagallo - ha detto che aspetta certezze sul piano industriale». Tutto dipende, evidentemente, dalla trattativa in corso per far decollare la Newco. Ci sono ancora dei nodi da sciogliere tra Fs, Delta, Atlantia e Mef: dalla joint venture transatlantica alla governance, all'ultima definizione delle quote azionarie. Un dossier complesso, si sa. Ma le dimissioni di Castellucci «non fanno paura al governo», a sentire il viceministro del Mise, Stefano Buffagni.