ROMA Tempo scaduto per Alitalia. Il Mise, dopo un lungo tira e molla con il commissario straordinario Giuseppe Leogrande, ha chiesto formalmente la stesura immediata di una nuovo bando di gara europeo per la messa in vendita degli asset. Niente trattativa privata quindi, ma una procedura aperta e trasparente come sollecitato a più riprese da Bruxelles; per cedere tutto entro una decina di giorni, comunque non oltre febbraio. Tant'è che proprio domani, salvo slittamenti, gli uomini di Stefano Patuanelli contano di mandare una bozza del bando alla commissione Ue guidata da Margrethe Vestager. Di qui il pressing su Leogrande che, approfittando delle convulsioni del governo, frena, si oppone, o forse svicola. Eppure il precedente bando, scaduto a marzo, andrebbe di fatto solo aggiornato e rappresenta uno schema di lavoro molto avanzato.
Ma al di là delle tecnicalità, quello che più conta è evitare il rischio fallimento. Fit-Cisl, Uil e Cgil, insieme a Fnta e alle organizzazioni sindacali di base, lo hanno ripetuto in questi giorni come un mantra, evidenziando i pericoli che incombono sulla vecchia compagnia, tanto più in una fase di vuoto politico come questa. I soldi in cassa, complice la crisi Covid e la conseguente riduzione del traffico aereo, stanno per esaurirsi ed è necessario, se non si vuole chiedere altri soldi allo Stato, cedere in tempi rapidi aerei, personale, slot e brand. Leogrande, cui scade il mandato a marzo, avrebbe già chiesto altri 200 milioni al Mise, oltre ai 150 già ricevuti, per evitare di mettere gli aerei a terra dal prossimo mese. E, forte della sua autonomia, starebbe meditando su come prolungare il mandato.
IRRITAZIONE Al ministero dello Sviluppo così come al Tesoro c'è irritazione per quelle che qualcuno definisce «tattiche dilatorie dell'amministrazione straordinaria» che sembra fare di tutto per restare al centro della trattativa. Anche perché Leogrande invece di pensare alle cessioni starebbe in questi giorni trattando l'acquisto di un nuovo servizio cloud per Alitalia. Un passo non proprio in linea con la mission della gestione straordinaria che, una volta conclusa, costerà parecchi milioni, forse più di 15, allo Stato.
L'irritazione del Mef è la stessa che si respira in Ita, la newco guidata da Francesco Caio e Fabio Lazzerrini che attende con ansia di poter decollare, partecipando al bando di gara. I punti chiave del documento, come si legge in una lettera redatta dalla direzione generale del Mise, sono quelli condivisi con l'Europa, ovvero la massima apertura ai principi della Concorrenza Ue. Proprio l'adozione della prassi di riferimento, spiegano dal ministero, darà garanzie all'amministrazione straordinaria. Entro 10-15 giorni, è questa la previsione forse un po' ottimistica del ministero di Via Veneto, salvo altri intoppi procedurali, Ita, come altri vettori interessati, potrebbero essere chiamati e fare la proprio offerta sugli asset, contendendosi sul mercato la parte aviation, l'handling e la manutenzione. Di certo se i tempi non saranno stretti la stessa sorte di Ita sarebbe a rischio. Fino ad oggi Alitalia non ha venduto nessun biglietto per la stagione estiva e Ita non è ancora subentrata. Un avvitamento pericoloso. Tant'è che ieri il cda della compagnia ha lanciato l'allarme: la procedura di vendita non è più rinviabile.