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Data: 27/11/2019
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Alitalia, la resa del governo: «Il consorzio non esiste più». E i commissari stanchi di attendere chiedono al Mise istruzioni urgenti

 
E i commissari stanchi di attendere chiedono al Mise istruzioni urgenti
 
ROMA Il consorzio Fs per il salvataggio di Alitalia si è dissolto, come hanno ammesso ieri Giuseppe Conte e Stefano Patuanelli. Ora toccherà al governo escogitare soluzioni per una situazione estremamente critica. Ed è sorprendente che almeno da una settimana i tre commissari Daniele Discepolo, Enrico Laghi e Stefano Paleari siano stati tenuti ai margini della scena senza indicazioni su come procedere. Sicché, avendo responsabilità dettate dal codice civile, adesso vogliono mettere nero su bianco le loro perplessità e capire il da farsi.
LE DIVERGENZE Secondo quanto risulta a Il Messaggero, nelle prossime ore gli uomini della procedura dovrebbero far pervenire al ministro Patuanelli una lettera nella quale ripercorrono gli ultimi avvenimenti, partendo dall'incontro di martedì 19 novembre presso lo studio Laghi alla presenza di Gianfranco Battisti (ad di Ferrovie), Giancarlo Guenzi (dg di Atlantia), Francesco Fortuna (vice capo di gabinetto del Mise) e alcuni advisor collegati in call. In quell'occasione i manager delle due società candidate a far parte del consorzio manifestarono alcune perplessità sull'operazione, evidenziando una distonia di vedute sul partner industriale: la società di Piazza della Croce Rossa preferiva la soluzione Delta, quella dei Benetton tifava per Lufthansa. Entrambi promisero risposte entro 48 ore, in coincidenza con la scadenza della settima proroga fissata, appunto, per la mezzanotte di giovedì 21, rappresentando le rispettive posizioni. Ma a seguire quella riunione, si tenne il cda di Atlantia che di fatto sancì il passo indietro dal salvataggio, perché «allo stato non si sono ancora realizzate le condizioni necessarie per l'adesione di Atlantia al consorzio». Peraltro la società autostradale non chiuse del tutto la porta, manifestando «la disponibilità a proseguire il confronto per l'individuazione del partner industriale e per la definizione di un business plan condiviso, solido e di lungo periodo per il rilancio di Alitalia». Sullo sfondo del colpo di freno della holding c'erano le polemiche sulle concessioni, già evidenziate nella missiva del 2 ottobre a Patuanelli dove la società lamentava «il permanere di una situazione di incertezze riguardo Autostrade e ancor più l'avvio di una procedura di caducazione, che non consentirebbe alla scrivente di impegnarsi in operazione onerose, di complessa gestione e rischi elevati».
I PALETTI DELLA PRODI Mercoledì 20 si è svolto il cda di Fs durante il quale è stata ricordata la conferma di Delta «a partecipare all'equity» della Newco, la missiva di Lufthansa con «la disponibilità ad un accordo commerciale, ma non ad un ingresso immediato nell'equity» e la posizione di Atlantia, per concludere con «l'impegno e la disponibilità dell'azienda a proseguire le negoziazioni per il costituendo consorzio per il quale ad oggi non sono ancora maturate le condizioni necessarie», ma che si era «in attesa delle valutazioni dei commissari in merito alle iniziative da intraprendere». Iniziative che non sono mai state assunte per la semplice ragione che ogni decisione è di pertinenza del Mise. Ma essendo ancora in carica nella pienezza delle funzioni, con il relativo carico di responsabilità, ora i tre professionisti vorrebbero chiedere al ministero come orientare la loro azione nella nuova situazione. Da rilevare che l'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi è disciplinata dalla legge Prodi che ripartisce i poteri fra il tribunale (in questo caso di Civitavecchia) e il ministero dello Sviluppo. I commissari possono proporre la liquidazione, se non vengono individuate altre soluzioni, ma deve essere il ministero a varare il decreto che poi passa al giudice fallimentare. Tra di loro comunque è forte l'irritazione per le polemiche recenti che li chiama in causa su responsabilità che non ritengono di avere sull'esito infausto del negoziato, arenatosi al momento di dover scegliere tra Delta e Lufthansa. La loro lettera dovrebbe arrivare oggi stesso al Mise, dal quale si attendono pronta risposta. Anche perché finora non hanno visto un euro del loro emolumento pur avendo con fatica ristrutturato la società in condizioni oggettivamente di grande disagio.

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