ROMA Il primo tassello del grande puzzle Alitalia c'è. Manca, purtroppo, tutto il resto. Ovvero un piano industriale definito e, sopratutto, il decreto del Tesoro per far decollare la Newco. Al momento l'unico nodo sciolto riguarda quello del nuovo ad della compagnia. Sarà, salvo sorprese dell'ultima ora o scontri nella maggioranza, Fabio Lazzerini, attualmente direttore commerciale del vettore, a guidare il vettore tricolore. In questi giorni dopo aver fatto la spola tra ministero delle Infrastrutture, Mise e Tesoro, avrebbe superato gli ultimi colloqui e ottenuto l'ok dal governo, oltre che quello dei cacciatori di teste. Spetterà però ad una prossima riunione del consiglio dei ministri formalizzare la nomina e affidare al manager la cloche. Il tempo stringe visto che la Newco sarebbe dovuto decollare da tempo con la sua cospicua dote di 3 miliardi stanziata nel decreto Rilancio e, come evidente, un carico di aspettative ancora maggiori. Tutto è fermo invece in attesa del decreto del Mef che va redatto di concerto con Mise e Mit.
La nomina di Lazzerini, probabilmente già in settimana, rappresenta comunque un primo passo fondamentale a cui seguirà, si spera, la redazione di un piano industriale ambizioso. Secondo le indiscrezioni circolate, il manager, che ha avuto importanti esperienze con Emirates, potrà contare su una flotta di 100 aerei e dovrà disegnare un futuro nel medio e lungo raggio, affrontando l'emergenza legata al dopo Covid-19. Una missione particolarmente difficile visto che la compagnia solo nell'ultimo anno ha perso poco più di 600 milioni, e che gli altri competitor stanno affilando le armi per riconquistare quote di mercato.
Non è chiaro, ed è il tema al centro del dibattito politico, con quanti esuberi partirà l'Alitalia di Stato, ma a giudicare dai lavoratori attualmente in Cig, i sindacati temono una sforbiciata a regime di almeno 2 mila unità. Anche se c'è chi immagina un taglio ben più sostanzioso.
LINEE GUIDA Sul punto la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli ha voluto rassicurare: «Terremo il più possibile unita l'azienda» e le sue dimensioni iniziali, con «oltre 100 aerei», determineranno un fabbisogno di risorse umane «molto importante».
Con 100 aerei, stimano sempre i sindacati, e con l'handling fuori dal perimetro aziendale, non ci sarò comunque bisogno degli oltre 11 mila dipendenti attuali. Tutto ovviamente dipenderà da come verrà scritto il piano aziendale e dai tempi del decollo della nuova realtà. Di certo la fase di stanca del settore, legata all'emergenza, mette, almeno in teoria, tutte le compagnie allo stesso livello. Ma chi si farà trovare pronto potrà approfittare della ripartenza di turismo e dei viaggi. L'auspicio del Mit e del Tesoro è che il piano industriale sia messo a punto entro il mese, in modo tale da immaginare un decollo rapido dopo la crisi. Più probabile invece che se ne riparli a luglio vista la lentezza a definire i prossimi passaggi procedurali. Senza contare che l'operazione ha bisogno dell'ok della Ue. Con il via libera sia agli aiuti pubblici che ai prestiti già concessi in questi ultimi 8 mesi per oltre 1,2 miliardi. Complessivamente al contribuente il salvataggio di Stato della compagnia è costato in 45 anni circa 12,5 miliardi.
La mission di Lazzerini si concentrerà su tre fronti: le rotte con lo spostamento del baricentro dal corto al lungo raggio, la sostituzione degli aerei con tipologie più omogenee, la riduzione dei costi. Non solo. Insieme al governo dovrà anche scegliere la futura alleanza commerciale e pensare ad un partner cui affiancarsi. Superata l'ipotesi che prevedeva l'affitto di aerei e personale della vecchia» Alitalia, potrà contare su una Newco proprietaria degli asset, come chiesto del resto dalla Ue, e su una normativa meno favorevole alle low cost.