ROMA La soluzione per il futuro di Alitalia non è ancora a portata di mano. Ma la frenata di Atlantia sulla cordata con Delta e Fs, oltre a spingere il governo a «prenderne atto» con qualche irritazione, sta spingendo anche la compagnia aerea verso un nuovo possibile scenario: un'Alitalia divisa in due, alleggerita, ristrutturata e a quel punto appetibile per una nuova cordata formata dall'asse Fs-Atlantia-Lufthansa con l'appoggio del Mef. Niente di deciso, sia chiaro, sono molti i dubbi del governo su questo fronte. «Stiamo valutando diverse possibilità, lo spezzatino e la vendita di asset separati domani non è tra queste», ha chiarito ieri il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, parlando di Alitalia a Quarta Repubblica. «Lufthansa ha fatto proposta commerciale, non fa proposta di equity, ma c'è bisogno anche di capitale per una nuova società».
Ma in realtà dopo che è sceso il gelo sulla cordata con Delta in trattativa da mesi, si stanno vagliando una ad una le possibili alternative. A partire dallo scenario che può coinvolgere Lufthansa.
Il disegno già definito nello schema di massima con tutte le sue complessità tecniche, presuppone però una condizione precisa: e cioè che vadano in porto le manovre in corso del governo e in particolare del premier, Giuseppe Conte, per stanare l'interesse dei tedeschi di Lufthansa. Non a caso nelle stesse ore in cui si va rielaborando il piano si stanno sondando anche le intenzioni di Atlantia, l'altro fronte di manovra, che a quanto pare sarebbe pronta a fare la sua parte. Del resto, già da tempo la società della famiglia Benetton trattando al tavolo con Delta e Fs aveva mostrato perplessità sull'indisponibilità degli americani a superare il 10% di Alitalia e a fornire le garanzie necessarie sull'ampliamento delle rotte verso gli Usa attraverso Skyteam. E quando Lufthansa si è affacciata alla finestra, Atlantia sembra aver intravisto subito nei partner tedeschi più chance di redditività rispetto a quelle assicurate dagli americani. Sullo sfondo, Fs rimane in campo con il suo piano. Ma anche Delta non si può considerare ancora fuori dai giochi, seppure sia un partner alternativo a Lufthansa. Dunque sarà Patuanelli, a dettare tempi e modalità della nuova fase nella procedura Alitalia. Il ministro lo farà dopo aver analizzato anche la relazione dei tre commissari straordinari e dopo aver raccolto l'esito delle manovre gestite da Conte sul fronte Lufthansa, da una parte, e Atlantia, dall'altra.
IL PIANO ALTERNATIVO Qual è il progetto che può piacere ai tedeschi? L'idea è quella di affidare la ristrutturazione lampo di Alitalia ai tre commissari straordinari che hanno oggi in mano la gestione. Senza dunque affidare il dossier ad un commissario ad acta, come immaginato nelle ultime ore. Del resto, l'ipotesi non convince granché nel governo. Di qui la scelta di confermare la guida della nuova fase ai tre professionisti.
Per la verità, Enrico Laghi, Stefano Paleari e Daniele Discepolo non hanno nascosto, soprattutto negli ultimi giorni, una certa irritazione per un dossier passato nei fatti all'ottava proroga mettendo a rischio l'operatività di una compagnia che non può fare a meno del prestito pubblico da 400 milioni se vuole arrivare a marzo. E dunque ora più che mai i tre commissari spingono per una svolta che dia alla compagnia «la ragionevole prospettiva industriale» che le consentirebbe di accedere al prestito-ponte.
L'ipotesi è che ai commissari sia affidata la missione di dividere in due società l'attuale Alitalia, tra attività di volo (che comprende piloti e assistenti di volo) e asset di terra (amministrazione) e l'handling (ceck-in, biglietteria e manutenzione): una società, quest'ultima, cui farebbero capo circa 3.500 esuberi individuati dai tedeschi. Dopodiché, il modo per alleggerire il conto passerebbe da due strumenti: l'intervento del governo con ammortizzatori sociali di diverso tipo, dalla cassa integrazione (sono oltre 1.000 i lavoratori già in Cig) ai prepensionamenti alla solidarietà espansiva; ma anche la cessione a Lufthansa delle attività di volo. Così si spiegherebbe l'obiettivo di dimezzare gli esuberi chiesti da Lufthansa inizialmente (da 6.000 agli attuali 3.500). Una schema di massima che andrà definito nei dettagli: soprattutto per quel che riguarda i lavoratori dell'handling, probabilmente destinati ad Adr.