Data: 07/03/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Addio Reddito di cittadinanza: arriva Mia, ecco come funziona La Misura di inclusione scatterà da agosto. Chi rifiuterà un lavoro sarà escluso dagli aiuti
Il Reddito di cittadinanza va in pensione. E arriva la Mia, la Misura di inclusione attiva. Entro un paio di settimane approderà in Consiglio dei ministri il decreto legge per riformare la misura introdotta dal Governo Conte. Il sussidio per i poveri non sparirà, anche per i cosiddetti "occupabili" ovvero che potrebbero lavorare, ma la quota sarà inferiore rispetto a quella attuale, così come la durata dello strumento.
A SETTEMBRE IL VIA - La misura scatterà già quest'anno, dopo i sette mesi di proroga accordati ai beneficiari del Reddito di cittadinanza con la legge di Bilancio 2023. La Mia si dovrebbe poter chiedere da agosto o, al più tardi, dal 1° settembre. I potenziali beneficiari, in linea con quanto deciso con la Manovra, verranno divisi in due platee: famiglie povere senza persone occupabili e famiglie con occupabili. Le prime sono quelle dove c'è almeno un minorenne, un anziano over 60 o un disabile. Le seconde quelle dove non si rilevano queste situazioni, ma c'è almeno un soggetto tra i 18 e i 60 anni di età. In sostanza, gli occupabili - stimati in Italia in 300 mila nuclei monofamiliari più 100 mila nuclei con più membri - che beneficiano dell'attuale Reddito al massimo per 7 mesi nel 2023 e, comunque, non oltre il 31 dicembre prossimo, scaduta la prestazione potranno presentare la domanda per la Mia. Tuttavia, la Misura di inclusione attiva, per loro, sarà meno generosa e avrà una durata inferiore rispetto al Reddito di cittadinanza.
LE DUE FASCE - Anche per questi nuclei, composti da poveri senza possibilità di inserimento nel mercato del lavoro, la Riforma prevede una stretta. Queste famiglie continueranno a ricevere un sussidio, la Mia, il cui importo base, riferito ad un single, dovrebbe restare di 500 euro al mese, come accade per il Reddito. È ancora aperta la discussione sulla quota aggiuntiva, nel caso in cui il beneficiario debba pagare l'affitto. Il Reddito prevede fino a 280 euro al mese. Con la Mia questa quota potrebbe essere alleggerita e modulata sulla numerosità del nucleo familiare. Ma la stretta maggiore colpirà gli occupabili: l'ipotesi che ha più chance, in questo caso, è quella che vede l'assegno base ridotto a 375 euro. Inoltre, mentre per i "poveri" la Mia durerà, in prima battuta, fino a 18 mesi come accade attualmente con il Reddito di cittadinanza, agli occupabili non verrà erogata per più di un anno. E non è tutto. A completare la stretta, la proposta del Governo dovrebbe prevedere l'idea del "decalage", avanzata alcuni mesi fa dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. Il nuovo sussidio, in sostanza, non si potrà più chiedere a ripetizione, come il Reddito di cittadinanza, ottenendo ogni volta altri 18 mesi di assistenza. Per le famiglie senza occupabili, dalla seconda domanda in poi, la durata massima della Mia si ridurrà a 12 mesi. Come accade ora, prima di chiedere nuovamente la prestazione dovrà passare almeno un mese. Per i nuclei con persone occupabili, invece, la Mia scadrà al massimo dopo un anno la prima volta e dopo sei mesi la seconda. Un' eventuale terza domanda di sussidio si potrà presentare solo dopo una pausa di un anno e mezzo. Insomma, un percorso ad esaurimento per spingere il più possibile gli interessati a cercarsi un lavoro.
TETTO ISEE - Secondo quanto trapela dai tecnici dei ministeri, che seguono più da vicino il dossier, i requisiti di Isee per ottenere il sussidio dovrebbero subire una forte stretta rispetto a quelli per il Reddito di cittadinanza. Il tetto per aver diritto alla nuova Misura di inclusione attiva dovrebbe, infatti, scendere dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro. Un taglio di oltre 2 mila euro dell'indicatore della ricchezza familiare, che potrebbe far fuori una fetta significativa della platea di potenziali beneficiari, si ipotizza almeno un terzo. In positivo, rispetto al Reddito, sarà invece corretta la cosiddetta scala di equivalenza, quella che fa aumentare l'importo del sussidio in base al numero dei componenti la famiglia, per migliorare l'assistenza ai nuclei numerosi. Pare certa anche la correzione del requisito della residenza in Italia, che dovrebbe scendere da 10 a 5 anni, per non incorrere nelle censure della Consulta e di Bruxelles. Correzione, quest'ultima che, al contrario del taglio del tetto Isee, farà aumentare la platea dei potenziali beneficiari, seppur di poco.
AGENZIE DEL LAVORO - Inoltrata la domanda per via telematica, la prestazione sarà riconosciuta solo dopo che saranno stati effettuati i controlli incrociati sul possesso dei requisiti (reddito, patrimonio, veicoli). I nuclei familiari senza occupabili saranno indirizzati ai Comuni per i percorsi di inclusione sociale, mentre gli altri verranno avviati ai Centri per l'impiego dove, come condizione per ottenere la Mia, dovranno sottoscrivere un patto personalizzato. Per gli occupabili la riforma, oltre ai Centri pubblici per l'impiego, coinvolgerà le agenzie private del lavoro, che incasseranno un incentivo per ogni persona occupabile per la quale riusciranno a ottenere un contratto, anche a termine o part time. L'obiettivo del Governo è rendere transitorio il sussidio dello Stato. Questo punto resta, però, un'incognita. Per migliorare l'incrocio tra domanda e offerta di lavoro sarà creata una piattaforma nazionale sotto la regia del ministero del Lavoro dove gli occupabili dovranno obbligatoriamente iscriversi e dove potranno ricevere le offerte congrue di lavoro. Basterà rifiutarne una per decadere dalla prestazione. L'offerta verrà ritenuta congrua se in linea con la profilazione della persona occupabile e se la sede di lavoro sarà nell'ambito della provincia di residenza del beneficiario o delle province confinanti. Una formulazione, spiegano i tecnici del Ministero, necessaria perché a volte Comuni di province diverse dalla propria sono più vicini al Comune di residenza. Saranno ritenute congrue anche le offerte di contratti brevi, purché superiori a 30 giorni.
FORMAZIONE - La legge di Bilancio 2023 ha previsto la formazione obbligatoria per i beneficiari del Reddito di cittadinanza. In pratica, ha sancito l'obbligo per i percettori "occupabili" di partecipare, pena la revoca del sussidio, a iniziative di aggiornamento o di riqualificazione formative per 6 mesi, avendo ridotto la durata del sussidio a 7 mesi. In attesa della riforma della misura, sono partiti i primi corsi di formazione: nell'ambito del Programma garanzia occupazione lavoro (Gol) sono stati instradati verso percorsi di inserimento lavorativo e di aggiornamento o riqualificazione delle competenze circa i due terzi del totale dei percettori, che hanno aderito al programma Gol. Sono oltre 47mila invece, i fruitori del Reddito per cui è stata individuata e concordata un'attività formativa da svolgere e circa 161mila i beneficiari che hanno aderito al programma Gol, ma non sono ancora contattati dai centri per l'impiego. Il Pnrr ha stanziato 4,4 miliardi per le politiche attive del lavoro.
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