L'incontro con il sindaco Diego Ferrara e l'assessore ai Trasporti del Comune Stefano Rispoli è stato «vano: l'azienda La Panoramica ha confermato la disdetta degli accordi sindacali». La denuncia arriva dai sindacalisti Franco Rolandi (Filt Cgil), Andrea Mascitti (Fit Cisl), Giuseppe Lupo (Ugl autoferro), Luciano Lizzi (Faisa Cisal). Nei prossimi giorni ci sarà un'assemblea con tutti i lavoratori «per assumere le opportune decisioni a riguardo». L'inizio delle frizioni nell'azienda che gestisce il trasporto pubblico teatino risale a qualche mese fa. A giugno, ricostruiscono i sindacati, «la società ha comunicato la disdetta formale di tutta la contrattazione aziendale, con una contrazione salariale di circa 300 euro mensili in busta paga. Una decisione che, secondo l'impresa, scaturirebbe da motivazioni di carattere economico e che sarebbero frutto di contenziosi che la stessa impresa ha più volte dichiarato di avere con la Regione e che si trascinerebbero dal 2016». Ma per i sindacati sono «motivazioni infondate. La tesi delle imminenti gare, che tra l'altro non si terranno prima di due o tre anni a causa del Coronavirus e sui cui capitolati saranno certamente contenuti anche gli emolumenti di secondo livello - dicono - è assolutamente infondata. Inoltre, sembra che la filovia non sarà affidata a mezzo gara, garantendo alla società La Panoramica un affidamento diretto con contributi pubblici assicurati». L'accusa è molto pesante: «Far cassa attingendo dalle tasche di lavoratori che percepiscono poco più di mille euro al mese». All'appello mancherebbe anche una parte degli ammortizzatori sociali attivati durante il lockdown e nella fase di riduzioni dei servizi, quando i lavoratori sono stati in cassa integrazione per 18 settimane. Ma, proseguono i sindacati, «La Panoramica, come tutte le aziende di trasporto locale, oltre a non aver sostenuto i costi del personale e del carburante, ha beneficiato di una serie di cospicue sovvenzioni straordinarie dal Governo, che andranno ben oltre i quattro mesi di inattività o parziale attività. Nonostante tutto - incalzano - la società è rimasta ferma sulle proprie decisioni, confermando la volontà di disdire a fine ottobre gli accordi aziendali esistenti e nemmeno la formale apertura delle organizzazioni sindacali ad ottimizzare l'esercizio intervenendo sulla produttività ma senza intaccare i salari dei lavoratori, è servita a spostare la posizione aziendale».