Data: 14/11/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Abruzzo, una regione che rallenta Lavoro in calo: persi 14mila posti teramo, l'aggiornamento congiunturale di bankitalia
TERAMO Un Abruzzo che rallenta sempre più, tranne alcune aree felici. È l'estrema sintesi dell'aggiornamento congiunturale presentato ieri dalla Banca d'Italia all'Università di Teramo. I dati sono stati illustrati da Dealma Fronzi, capo della filiale dell'Aquila di Balnkitalia. «Nei primi nove mesi dell'anno l'attività nel settore industriale ha mostrato segni di rallentamento, in particolare nel comparto metalmeccanico. Nel complesso nel primo semestre le esportazioni sono diminuite dell'1,9%, la flessione però non ha riguardato il comparto alimentare e dei mezzi di trasporto». «C'è stato un forte rallentamento degli scambi a livello internazionale», aggiunge Valter Di Giacinto del settore analisi e ricerca economica e territoriale della Banca, «anche se il settore trasporti resta ancora positivo per i veicoli commerciali leggeri e cresce il settore pelletteria della Val Vibrata, oltre all'alimentare che tiene ovunque».Un altro settore che ha un trend negativo è l'edilizia: risente, si legge nel rapporto, del rallentamento nelle erogazioni dei contributi pubblici per la ricostruzione post sisma. Le ore lavorate si sono ridotte del 4% circa. Dinamica invece complessivamente positiva nei servizi, soprattutto grazie a turismo e trasporti. Come nel 2018 il numero di imprese nel terziario è aumentato nei servizi finanziari (2,4%) e in quelli di alloggio e ristorazione (0,8%) mentre si è ridotto nel commercio (1%).Continua, come nella seconda parte del 2018, la flessione dell'occupazione (-1,8%). Su questo aspetto si è soffermato Giuseppe Mauro, del dipartimento di economia aziendale dell'università D'Annunzio: «E' il mercato del lavoro che desta maggiore preoccupazione: secondo dati Istat nel secondo trimestre del 2019, rispetto allo stesso periodo del 2018, si sono registrati 14mila posti di lavoro in meno. Il Pil nel 2018 ha avuto un'impennata positiva, ma nel quadrimestre 2015-18 la crescita cumulata è stata del 2,4%, inferiore allo stesso Mezzogiorno e metà della media dell'Italia. Insomma, è una regione lontana dallo splendore del passato. A questo ha contribuito l'uscita dall'"obiettivo 1" - le piccole e medie imprese erano ancora immature - e lo scenario a livello internazionale». La contrazione nel mercato del lavoro - specifica l'aggiornamento congiunturale di Bankitalia - ha riguardato un po' tutti i comparti, tranne servizi, commercio, alberghiero e ristorazione. È aumentata la cassa integrazione, soprattutto quella straordinaria. Nel primo semestre la dinamica del credito alle imprese è rimasta debole (-0,3% a giugno) ed è proseguito il calo dei prestiti nelle piccole aziende e nelle costruzioni. «Non è causato da un atteggiamento restrittivo delle banche», osserva Alessandro Tosoni, di Bankitalia), «gli investimenti sono fiacchi, non c'è un'alta domanda di credito. Certo, la crisi ha colto maggiormente le piccole e medie imprese e c'è una percentuale di deterioramento, per cui si è più cauti». Sono aumentati in modo sostenuto i finanziamenti al consumo (+8,1%) mentre hanno rallentato i prestiti per l'acquisto di abitazioni (-1,3%). E in provincia di Teramo si vive un parallelo momento di stagnazione. «Preoccupano due settori: il gomma plastica e il metalmeccanico, in particolare l'automotive. Bisogna vedere quali saranno le ricadute della chiusura dell'Ilva in provincia di Teramo, diverse imprese utilizzano quella materia prima, anche se il mercato dell'acciaio è legato a varie aste. Ma quello che è più pericoloso, nonostante il Teramano sia logisticamente appetibile, è che |
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