L'AQUILA La giornata di ieri è trascorsa senza l'atteso verdetto del Gip di Avellino, Fabrizio Ciccone, sull'istanza di revoca del divieto di percorrenza del viadotto Cerrano per i mezzi pesanti. Un atto predisposto da Autostrade per l'Italia, la società che gestisce l'A14, di concerto con il Mit, il Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti, con il quale si chiede di ripristinare la circolazione di tir e camion, seppur con alcune limitazioni legate alla distanza tra un veicolo e l'altro e alla velocità massima.
I COLLOQUI Il governatore Marco Marsilio ha avuto interlocuzioni in prima persona, ovviamente nel rispetto delle prerogative dei ruoli, chiedendo di conoscere quanto prima la decisione in modo da poter organizzare le adeguate contromisure rispetto a una situazione esplosiva. Ieri, intorno alle 20, c'erano cinque chilometri di coda all'altezza di Pescara nord per la concomitanza dell'obbligo di uscita-entrata dei mezzi pesanti e della riduzione di carreggiata. Un assedio che nasce dall'ordinanza del Gip di Avellino nell'ambito dell'inchiesta sulle barriere di protezione scattata dopo che il 28 luglio 2013 un pullman è precipitato dal viadotto Acqualonga, sulla A16 nei pressi di Monteforte Irpino, causando la morte di 40 persone. L'auspicio di tutti è che oggi possa arrivare un'indicazione chiara delle volontà della Procura. Il clima non è di grande ottimismo: il Gip ha già respinto alcune istanze simili relative ad altre tratte (l'ultima, del 12 gennaio, riguarda i viadotti Fosso San Biagio, Campo Filone e Petronilla, insistenti tra le uscite Pescara Ovest e Pedaso sull'A14, e alcuni sull'A16), motivando la decisione con il fatto che «la sistematica presentazione di richieste del genere sta determinando un ingiustificato rallentamento degli interventi di sostituzione delle barriere laterali in sequestro». Addirittura sarebbero in arrivo ulteriori sequestri secondo i rumors delle ultime ore.
AMBIENTE In attesa di capire se l'Abruzzo potrà rifiatare dopo settimane infernali, preoccupa la situazione della statale 16, quella su cui si sono riversate, ogni giorni, migliaia di mezzi. Al momento la qualità dell'aria, monitorata attraverso una centralina mobile posizionata dall'Arta (Agenzia regionale tutela ambiente), non è drammatica: c'è un aumento degli inquinanti che non ha infranto le soglie previste dalla legge. Allo stato, dunque, non si può parlare di emergenza in tal senso, ma il weekend in arrivo sarà un ulteriore importante banco di prova. I danni, però, cominciano a essere ingenti. Si moltiplicano le rotture alle condotte idriche Aca, mentre prosegue il monitoraggio costante. Infuria la polemica politica: la senatrice Cinque Stelle, Gabriella Di Girolamo, ha presentato un'interrogazione parlamentare per capire se per capire «se si sta cercando una soluzione per ovviare agli innumerevoli disagi creatisi in quell'area costiera abruzzese, se sono in cantieri degli indennizzi per chi ha avuto danni e se non sia quella del viadotto Cerrano la ciliegina sulla torta della sciagurata gestione Aspi che lo Stato le ha affidato. Si tratta dell'ennesima riprova di questi mesi di mala gestione da parte di Autostrade per l'Italia, società in mano ai Benetton che da due decenni macina utili». Le richieste di rimborso sono, finora, circa 200 al giorno.