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Data: 24/12/2019
Testata Giornalistica: ABRUZZOWEB
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A14: Marsilio, dissequestro viadotti; Confindustria, danni ad economia

 
 
PESCARA - "Il rinvio del dissequestro dei viadotti autostradali della A14, provvedimento che era atteso nella giornata di ieri, è una pessima notizia per l'Abruzzo. Sono rimasto in contatto fino a tarda sera con il ministro Paola De Micheli e l'Amministratore delegato di Aspi, Roberto Tomasi, per sollecitare una positiva soluzione della crisi".

Lo ha affermato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che è intervenuto nuovamente sulla vicenda dei viadotti ancora sequestrati sul tratto autostradale marchigiano e abruzzese della A14, da parte della Procura di Avellino, che accusa Aspi, società gestita da Atlantia, della holding della famiglia Benetton, di aver installato dei dispositivi di sicurezza non adeguati dopo la strage di Acqualonga, che il 28 luglio del 2013 causò 40 vittime. 

A sollecitare interventi immediati anche da ultima la Confidustria Teramo, che lamenta danni enormi causati dagli ingorghi e chiusure di caselli in questi ultimi giorni. con code fino a 20 chilometri, dalla Val Vibrata ad Ortona, dove sono otto i viadotti sequestrati, con corsie ridotte, casello di Roseto parzialmente interdetto, tratto Atri-Pineto Pescara-Nord interdetto ai mezzi pesanti.

Il dissequestro, con la possibilità di avviare i lavori, è avvenuta nelle ultime ore invece nelle Marche, In particolare, le attività sono in corso sul viadotto San Biagio, dove si circola nuovamente a due corsie, seppure a larghezza ridotta, e sul viadotto Petronilla.

"La società Autostrade dichiara a piena voce che i viadotti sono sicuri e che alla Procura sono stati forniti tutti i documenti necessari, lamentando nello stesso tempo, il fatto che sia la Procura che il Ministero continuano a richiedere ulteriori relazioni - osserva ancora il presindente Marsilio -. Di questo estenuante braccio di ferro a farne le spese sono i cittadini e le imprese 'imbottigliati' nel traffico senza alternative. Spero che il senso di responsabilità prevalga e che nelle prossime ore le nostre strade tornino ad essere percorribili".

Aspi in queste ore è in rotta totale contro il governo minacciando di chiedere un risarcimento di 23 miliardi, in caso di revoca della convenzione, ipotesi sostenuta in particolare dal Movimento 5 stelle, che accusa la società di mancata manutenzione del bene primario, avuto in concessione. Le novità contenute nel decreto Mille proroghe porterebbero alla gestione automatica ad Anas in caso di inadempimento del concessionario e a una riduzione dell'indennizzo da riconoscere al concessionario in caso di revoca. Il titolo ha perso il 4,8% e ha bruciato market cap per 884 milioni di euro.  Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, e capo poltico M5s ha ribadito poche ore fa, rifendosi al corllo del ponte Morandi di Genova: "Abbiamo 43 vittime, delle famiglie che ancora piangono, indagini e perizie che ci dicono che la società Autostrade non ha provveduto adeguatamente alla manutenzione del ponte nonostante ci fossero dei report che accertavano la gravità e i dell’infrastruttura del viadotto Polcevera. È gravissimo, non c’è altra soluzione alla revoca della concessione, mi sembra evidente".

Durissimo l'attacco da parte della Confindustria Teramo.

"Nel pieno rispetto della legalità, - si legge nella loro nota - si ritiene che la scelta operata dal G.I.P. del Tribunale di Avellino nell’avvio del sequestro preventivo dei viadotti autostradali della A14 -  comprensibile nel merito - avrebbe tuttavia dovuto tenere in seria considerazione le conseguenze inevitabili del provvedimento stesso. Tale decisione, infatti, non solo ha inciso sui costi di trasporto delle merci (che già, di per sé, produce un danno importante per l’economia locale), ma incide soprattutto sull’intero sistema dei trasporti con evidenti ripercussioni negative sulle merci che vengono collocate sui mercati nazionali ed internazionali.
"Confindustria Teramo segnala, altresì, che in questo territorio insistono quattro macro aree industriali, un’area di crisi complessa e un cratere sismico già fortemente penalizzato per i ritardi nella ricostruzione. Inutile dire che il danno che la nostra provincia è costretta a sopportare è quantificabile in milioni di euro - prosegue la nota - , per ritardi nelle consegne, maggior tempo per la percorrenza di tratti alternativi, maggiori costi del personale e, soprattutto, cancellazione o annullamento di appuntamenti e visite di buyers importanti che - in alcuni casi - sono scoraggiati dal dover affrontare tempi di viaggio imbarazzanti.Siamo coscienti e comprendiamo benissimo che le azioni messe in campo sono frutto di una responsabile scelta finalizzata a limitare rischi di incolumità per gli utenti di questo tratto autostradale e non intendiamo sminuire o delegittimare tale scelta, ma è nostro dovere, per rispetto delle attività industriali ed economiche che rappresentiamo, indirizzare la Vostra attenzione, insieme a quella degli altri organi competenti, su altri rischi o meglio sui concreti danni che questa scelta sta comportando, e di cui non vi è alcun orizzonte temporale".

"In particolare ed infine, vogliamo sottolineare i rischi legati alla stagione invernale a cui siamo alle porte, dove si rischia di arrivare ad una situazione apocalittica. Infatti, in caso di neve, con il casello autostradale di Roseto chiuso, con il tratto Atri-Pineto Pescara Nord interdetto ai mezzi pesanti, con le restrizioni nelle vicinanze del casello di Atri-Pineto e con quest’ultimo che rischierebbe di non poter ricevere l’intero traffico pesante, ci si troverebbe a dover dirottare il traffico pesante all’uscita di Mosciano Sant’Angelo. Fra l'altro, la chiusura del casello di Roseto, impedirebbe l'attuazione del piano di emergenza neve che prevede l'accumulo dei mezzi pesanti nei pressi del medesimo casello. Questa eventualità, indirizzerebbe l’intero traffico pesante sulla nazionale tra Giulianova e Città Sant’Angelo ed intaserebbe il casello di Mosciano Sant’Angelo bloccando anche la direttrice verso L’Aquila-Roma", conclude la nota


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