TERAMO Dal 17 febbraio al 4 aprile, per 48 notti ed esclusivamente in orario notturno (dalle 22 alle 6), il tratto dell'A14 Bologna-Taranto compreso tra le stazioni di Pescara nord e Pineto rimarrà completamente chiuso al traffico. La decisione è stata presa venerdì scorso dopo la richiesta avanzata da Autostrade per l'Italia di dissequestrare temporaneamente il viadotto Cerrano dell'A14 Bologna-Taranto per poter procedere alle opere di cantierizzazione per l'esecuzione delle ispezioni - richieste dal Mit - sulle saldature non ancora verificate (circa il 40% del totale), in quanto inaccessibili. Mentre sul restante 60% verificato la scorsa settimana il parere è risultato abbastanza positive.
Come si ricorderà, sul viadotto in questione vigono diverse limitazioni al traffico: limite di velocità a 60 km/h per i veicoli leggeri e 40 per quelli pesanti; obbligo di interdistanza tra mezzi pesanti di 100 metri con conseguente divieto assoluto di sorpasso per tali veicoli e divieto assoluto di transito di veicoli con peso maggiore alle 44 tonnellate e di veicoli eccezionali o adibiti al trasporto in condizioni di eccezionalità e di merci pericolose. Tutte imposizioni che rimarranno valide in orario diurno. Il dissequestro temporaneo, fa sapere la Procura di Avellino, titolare dell'indagine sulla sicurezza del viadotto e - più in generale - delle barriere bordo-ponte insistenti sull'intera rete gestita da Aspi, sarà relativo esclusivamente ai lavori di cantierizzazione e con le modalità sopra elencate. Toccherà all'Ufficio Territoriale Ispettivo di Roma provvedere ad eseguire sopralluoghi diretti a verificare la regolarità dei lavori.
Dopo aver ottenuto il dissequestro temporaneo il 20 dicembre scorso, in questo caso si parla delle barriere bordo ponte, valido per i soli lavori di cantierizzazione dei viadotti Lenza-Pezze, Scrofeta Vergine, Sabato, Francia, Pietragemma, Vallone del Duca, Fosso San Biagio, Campofilone e Petronilla presenti sull'A16 Napoli-Canosa e sull'A14 Bologna-Taranto, Autostrade per l'Italia ha avanzato istanza di dissequestro anche per gli altri ponti: Acqualonga, Carafone, Vallonato I, Vallone del Varco, Fonte dei Preti (Fossacesia, in provincia di Chieti), Rio Pescara (Pescara), Colonella (Teramo) D'Antico, Lamia e Omero Fabriani, sempre insistenti sulle medesime tratte autostradali. La motivazione, fornita dal gestore, riguarda l'espletamento di alcune attività propedeutiche e imprescindibili per la seconda fase, ovvero la stesura del progetto esecutivo per la riqualifica e sostituzione delle barriere che verrà sottoposto alla competente. Sempre venerdì scorso il Gip del Tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone, sempre previa consultazione della Procura di Avellino, titolare dell'inchiesta con il Procuratore capo Rosario Cantelmo e il sostituto Cecilia Annecchini, e dell'ingegner Placido Migliorino, dirigente del Mit chiamato a vigilare sulle autostrade del centro-sud, ha di nuovo rigettato la richiesta. A mancare in quest'ultima istanza scrive il Gip Fabrizio Ciccone è l'idonea indicazione delle modalità di cantierizzazione dei viadotti (a partire dalla necessaria apposizione delle barriere poste a protezione di quelle esistenti, nè viene specificato in che modo verranno osservate alcune prescrizioni degli organi ministeriali, come quelle dello Uit di Roma a cui il giudice si è sempre uniformato. «In presenza di cantieri precisa in una nota lo stesso Migliorino devono essere utilizzate le barriere ET100 con area di ingombro pari a 5,1 metri e non le Adesca H120-W5 a 1,8». Ovviamente questo tipo di installazioni consentirebbe di ridurre di 3,5 metri l'area sequestrata, consentendo ad Aspi di utilizzare due corsie con larghezze ridottissime. Questo, sottolinea il giudice, aumenterebbe però il pericolo per la circolazione stradale.